Prof. Gerardo Bosco Direttore Master in Medicina subacquea ed iperbarica, Università di Padova.
La sordità neurosensoriale improvvisa (SNI) è classicamente definita come una perdita uditiva di 30 decibel (dB) o più che coinvolge tre o più frequenze nell’arco di tre giorni o meno senza una causa identificabile.
CAUSE – Esistono numerose eziologie proposte per SNI. Le cause note includono patologia retrococleare, malattia di Meniere, trauma, malattia dell’orecchio interno autoimmune, malattia di Lyme e fistola perilinfatica. Tuttavia, in circa l’84%-89% dei casi, non vi è nessuna causa identificabile.
Le teorie virali e vascolari sono le teorie principali per questi casi idiopatici. L’incidenza è da 8 a 20 per 100.000, anche se è probabile una sottostima dovuta all’alto tasso di guarigione spontanea in molti pazienti che potrebbero non cercare un trattamento.
SVILUPPI – L’ipoacusia neurosensoriale improvvisa, se non risolta, può portare a gravi deficit e decremento della qualità della vita. Fortunatamente, molti pazienti si riprenderanno, ma molti non lo faranno. Di conseguenza, ai pazienti con SNI è stata offerta una varietà di trattamenti diversi per migliorare le loro possibilità di recupero.
TERAPIE – La terapia con ossigeno iperbarico (OTI), è stata suggerita sia come terapia primaria che come terapia di salvataggio nel trattamento dell’SNI in tutto il mondo.
Basandosi sulle linee guida alla pratica clinica l’American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery (AAO-HNS) sulla perdita uditiva improvvisa, l’OTI può essere offerto come trattamento facoltativo entro 3 mesi dall’inizio della perdita uditiva in pazienti con SNI:
Le varie modalità di trattamento per SNI sono solitamente volte ad aumentare il flusso di sangue e la consegna di ossigeno e7o inibire la cascata infiammatoria nell’orecchio interno.
Molto spesso, il trattamento iniziale di SNI comprende un’alta dose di corticosteroidi e/o di iniezioni intratimpaniche di steroidi (IT). Tuttavia, vi è una mancanza di prove evidenti a sostegno dell’uso di steroidi e una recente revisione della letteratura pubblicata da Cochrane ha trovato prove deboli a sostegno del beneficio degli steroidi per i pazienti affetti da SNI.
Negli ultimi anni. L’OTI è diventata sempre più popolare sia come terapia adiuvante nel regime di trattamento iniziale, sia come opzione per il trattamento di salvataggio nei pazienti con nessun miglioramento dopo trattamento steroideo iniziale.
L’ossigenoterapia iperbarica comporta la somministrazione di ossigeno al 100% a pressioni elevate, generalmente tra 2 e 3 atmosfere assolute.
Questo fornisce un aumento dei livelli di ossigeno nel sangue e nel tessuto che aiuta a guarire con un meccanismo di neovascolarizzazione.
È stato anche dimostrato che l’ossigeno iperbarico ha effetti anti-infiammatori diminuendo l’adesione dei neutrofili mediante la down-regolazione delle molecole di integrina beta 2.
La Undersea and Hyperbaric Medical Society 8UHMS) e la Società italiana di medicina iperbarica (SIMSI) hanno approvato la SNI come indicazione accettata per l’uso di ossigeno iperbarico basato in gran parte su diverse revisioni sistematiche della letteratura, ma necessitiamo di ulteriori studi clinici, per una validazione inoppugnabile di tale terapia.